dino buzzati
un presentimento d’amore – dino buzzati
tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d’amore
che triste sbaglio – dino buzzati
che triste sbaglio, pensò drogo, forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c’è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perché ci accorgiamo di essere completamente soli
lo stesso stampo netto e genuino – dino buzzati
lui si ricordò di una madonna di antonello da messina. il taglio del volto e la bocca erano identici. la madonna aveva più dolcezza, certo. ma lo stesso stampo netto e genuino
quella spaventosa precipitazione – dino buzzati
perché lui era stato come pietra legata a una corda e fatta girare più svelto, sempre più svelto, e a farla girare era il vento, era la bufera d’autunno, era la disperazione, l’amore. e così follemente girando, non si distingueva più che forma aveva; era diventato una specie di anello fluido e palpitante. lui era un cavallo di giostra, e a un tratto la giostra si era messa a girare in modo pazzo, più svelta, sempre più svelta e a farla girare così era lei, era laide, era autunno, era la disperazione, l’amore […] per lui nulla esisteva fuori che lei, laide, quella spaventosa precipitazione, e nel vortice egli non poteva neppure vedere il mondo intorno. tutta la restante vita, anzi, aveva cessato di esistere, non esisteva più, non era mai esistita
la solitudine della vita – dino buzzati
difficile è credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con alcuno. proprio in quel tempo drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita
non c’è che gelo – dino buzzati
che triste sbaglio, pensò drogo, forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c’è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perchè ci accorgiamo di essere completamente soli.
da quando è proibita la poesia – dino buzzati
da quando è proibita la poesia, certamente la vita è assai più semplice da noi. ...>>
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