angeli feriti qualunque
l’errore, lo sforzo, lo scrupolo, la nera schiena del tempo – javier marìas
…tutto è così anche se ce ne dimentichiamo e non ci pensiamo per rimanere attivi e per continuare ad agire senza sapere, decidere senza sapere e percorrere i passi avvelenati; tutto è così camminare per la strada scelta o salire su una macchina il cui conducente ci invita dal suo sedile tenendo la portiera aperta, volare in aereo o rispondere al telefono, uscire per cena o restare in albergo guardando distrattamente dalla finestra alla ghigliottina, compire gli anni e crescere e continuare a compierne per essere arruolato, fare il gesto di dare un bacio che scatena altri baci che ci faranno fermare e di cui renderemo conto, chiedere o accettare un lavoro, e stare a vedere come il temporale si prepara senza metterci al riparo, bere una birra e guardare le donne sui loro sgabelli davanti a un banco, ...>>
essere viva fino allo scortico – mariangela gualtieri
volevo tutte le sbandate
essere viva fino allo scortico
essere tavolo pietra bestiale essere
bucare la vita coi morsi
infilare le mani in suo pulsare
di vita scavare la vita scrostarla
sfondarla spericolarla battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
per amore- per amore- tutto per amore
mariangela gualtieri, chioma, in fare ponte (la musica del diavolo),
testo dell’omonimo spettacolo di teatro valdoca, cesena, 2003
come fosse un corteo – mario benedetti
ho una solitudine
così affollata
così piena di nostalgie
e di volti di te
di congedi passati
e baci benvenuti
alla prima occasione
e in ultimo termine
ho una solitudine
così affollata
che posso organizzarla
come fosse un corteo ...>>
di utopie e apocalissi – anna maria carpi
dicono tutti:
“ah, la voluttà del proibito!”
io non capisco.
io non ho mai cercato che il permesso,
le porte aperte,
le stanze calde,
e come arrivare alla sala del trono.
io sempre in prima fila
quando c’è da sperare, ...>>
una sete sconosciuta – juan vicente piqueras
io serbo nel luogo del cuore,
come un clessidra,
il sussurro prefissato del sangue,
la mia perdizione, la mia infanzia affondata,
la sorgente di una sete sconosciuta
nero tempesta, viola – virginia woolf
ma d’altra parte, mentre voi siete così diversi e cambiate mille volte a seconda delle idee e delle risate degli altri, io invece resterò sempre cupa, nero tempesta, viola
per pura diplomazia – gesualdo bufalino
vi sono suicidi invisibili.
si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina.
gli altri ci cascano sempre ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano, che siamo morti
che triste sbaglio – dino buzzati
che triste sbaglio, pensò drogo, forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c’è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perché ci accorgiamo di essere completamente soli
noi siamo i vinti – pier vittorio tondelli
noi siamo i vinti.
noi che non sappiamo amare e viviamo di sogni
e il tempo dell’illusione svanisce
lasciandoci tentennanti del nostro dolore.
noi che affidiamo ogni nostra decisione
al bizzarro rotolare di una moneta
incapaci di ergerci.
noi siamo i vinti
che ci crogioliamo nella nostra malinconia
e ci inebriamo di dolcezze struggenti, ...>>
c’è un vento che ti giunge – cesare pavese
tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
c’è un vento che ti giunge.
cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
membra e parole antiche.
tu tremi nell’estate
io ero l’albero e il mondo era il fiume – jonathan safran foer
a mio figlio non nato: non sono stato sempre in silenzio, prima parlavo, parlavo, parlavo, parlavo e non riuscivo a tenere la bocca chiusa, il silenzio si è impadronito di me come un cancro, successe una delle prime volte che mangiavo in america, quando tentai di dire al cameriere: ‘il modo in cui mi ha dato quel coltello mi ricorda..’ ma non riuscii a finire la frase, il nome di lei non usciva, ci riprovai e non usciva ancora, lei era chiusa dentro di me, che strano, pensai, che frustrazione, che cosa patetica, che tristezza, tirai fuori una penna e scrissi sul tovagliolo ‘anna’, poi risuccesse due giorni dopo, e il giorno dopo ancora, lei era l’unica cosa di cui volessi parlare, ...>>
vetri opachi – fernando pessoa
ho avuto desideri, ma mi è stata negata la ragione di averli. per ogni cosa ho esitazione, spesso senza sapere perché. non ho mai avuto l’ arte di vivere in maniera attiva. ho sempre sbagliato i gesti che nessuno sbaglia. ho sempre fatto il possibile per tentare di fare quello che tutti sanno fare. voglio sempre ottenere ciò che gli altri riescono a ottenere senza volerlo. fra me e la vita ci sono sempre stati dei vetri opachi… non ho mai saputo se era eccessiva la mia sensibilità per la mia intelligenza o la mia intelligenza per la mia sensibilità. ...>>
quasi profeticamente – milena jesenská/franz kafka
[…] lo conoscevano in pochi perché era un individuo solitario, un uomo sapiente, spaventato dal mondo. da anni era affetto da una malattia polmonare e sebbene la curasse, tuttavia consapevolmente la nutriva e incoraggiava col pensiero. quando l’animo e il cervello non riescono più a tollerare il peso, scrisse una volta in una lettera, i polmoni se ne addossano la metà, affinché esso perlomeno sia meglio distribuito. cosí fu anche per la sua malattia. essa gli conferiva una delicatezza quasi stupefacente, un raffinamento d’ingegno del tutto alieno da compromessi; ma lui, l’uomo, aveva scaricato sulla malattia tutta la propria angoscia intellettuale. era timido, timoroso, delicato e buono, ma i suoi libri sono crudeli e dolorosi. nel mondo scorgeva invisibili demoni, che straziano e distruggono l’essere umano indifeso. ...>>
da straniero – italo calvino
il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero
non abbiamo fuoco – shu ting
forse le nostre ansie
non hanno lettori
forse la strada è sbagliata fin dall’inizio
e sbagliata sarà anche alla fine
forse le lanterne che ad una ad una accendiamo
il vento una a una le spegnerà
forse bruciamo la vita per illuminare gli altri
e non abbiamo fuoco per riscaldare noi stessi
forse quando tutte le lacrime saranno versate
la terra sarà più fertile ...>>
non è molto difficile – david grossman
non si può guarire solo con le parole. ammalarsi sì. probabilmente non è molto difficile
un’eco degli urli furibondi – james joyce
con il suo mostruoso modo di vivere gli parve di essersi posto oltre i limiti della realtà. nulla lo commuoveva né gli parlava dal mondo reale a meno che non udisse in esso un’eco degli urli furibondi dentro di sé
cominciamo – vivian lamarque
poter domani
il foglio di bella
della vita cominciare
correggere la brutta cancellare ...>>
un atlante di percorsi sbarrati – pier vittorio tondelli
come se la solitudine, quella accettata e rielaborata, avesse costruito, nel suo cuore, un atlante di percorsi sbarrati, di strade senza uscita, di sensi unici, di dighe, di barriere antisismiche in modo che qualsiasi sentimento o oggetto nuovo abbia un percorso prestabilito, all’interno, per vagare senza arrecare danno
e non si ferma mai – emily dickinson
la speranza è quella cosa con le piume
che perfora l’anima,
e canta una musica senza parole
e non si ferma mai ...>>
c’era un impedimento – costantino kavafis
dalle cose che feci o dissi
non cerchino d’indovinare chi fui.
c’era un impedimento a trasformare
il mio modo di vivere e di agire.
c’era un impedimento che m’interrompeva
molte volte che stavo per parlare.
dalle mie azioni meno appariscenti
e dai miei scritti più velati –
da questo solo mi conosceranno.
anche se forse non varrà la pena
che faccian tanti sforzi per capirmi.
più avanti – in una società perfetta –
apparirà di certo qualcun altro
che mi somigli e come me sia libero
questa angoscia che senti – michel houllebecq
ho sempre avuto l’impressione
che fossimo vicini, come due frutti
usciti dallo stesso ramo.
il giorno si leva mentre ti scrivo,
il tuono brontola dolcemente,
la giornata sarà piovosa.
ti immagino mentre ti raddrizzi
sul tuo letto.
questa angoscia che senti, io la sento
allo stesso modo. ...>>
un terribile bisogno – vincent van gogh
ciò non mi protegge dall’avere un terribile bisogno di – pronuncerò questa parola – religione. allora vado fuori la notte a dipingere le stelle.
sono vivi, tutti – anne sexton
la città non esiste
se non dove un albero dalle nere chiome scivola
come una donna annegata nel cielo caldo.
la città è silente. la notte in tumulto con undici stelle.
oh stellata notte! e’ così
che voglio morire.
si muove. sono vivi, tutti.
perfino la luna si rigonfia nelle sue catene arancio
per schizzare, come un dio, bambini dal suo occhio. ...>>
sopravvalutare la capacità di reggere – diego de silva
una delle cose che ho capito di recente è che sopravvaluto la mia capacità di reggere l’alcool. e anche il dolore, l’amore, la nostalgia, le punizioni che mi autoinfliggo, le interpretazioni truccate delle cose che mi accadono e di cui mi sforzo di convincermi, l’autocritica e l’eterocritica.
strada, ancora strada – eugenio montale
e senti allora, se pure ti ripetono che puoi, fermarti a mezza via o in alto mare, che non c’è sosta per noi, ma strada, ancora strada, e che il cammino è sempre da ricominciare
(da poesie disperse)
un bisturi, o una motosega – david foster wallace
“tu vai pazza per le parole, vero?” – guardò lenore. – “vero che vai pazza per le parole?”
“cioè? che significa?”
“significa che mi dài l’idea di una che va pazza per le parole. o forse pensi che siano loro a essere pazze.”
“in che senso?”
lang guardò nel tavolino di vetro, poi si toccò distrattamente il labbro superiore, con un dito.
“nel senso che le prendi terribilmente sul serio”, – disse. – “tipo come se fossero un bisturi, o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.”
in attesa – thomas stearns eliot
tirasti giù la coperta del letto,
giacesti sul dorso, in attesa;
sonnecchiasti osservando la notte che svela
le mille immagini sordide
di cui era composta la tua anima;
io sono mosso da fantasie che s’attorcono
attorno a queste immagini, e s’attardano:
la nozione di qualcosa che è infinitamente
dolce e infinitamente soffre
mi mangia e mi beve – alejandra pizarnik
la poesia che non dico,
quella che non merito.
paura di essere due
sulla via dello specchio:
qualcuno che dorme in me
mi mangia e mi beve
strada verso il nulla – luis garcía montero
non so mai separarmi da te, rimango sempre
col freddo di qualche parola che non ho detto,
con un malinteso da temere,
quel vuoto di rozza inesistenza
che a volte, goccia a goccia, si trasforma
in disperazione.
mai so separarmi da te, perché non sono
il viaggiatore che passa fra la gente,
quello che va di aeroporto in aeroporto
o quello che guarda le automobili, in senso contrario, ...>>
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